“La mossa del cavallo”: l’arte “a cavallo” tra Oriente e Occidente in mostra a Siena
“La mia arte è dedicata al mondo islamico, alla preghiera, alle decorazioni ottomane. Ho scelto il cavallo come simbolo di unione tra Oriente e Occidente, ispirato ai cavalli di San Marco, opere bizantine divenute emblemi di Venezia”.
LA MOSTRA
“La mossa del cavallo” è la nuova mostra personale di Luigi Ballarin, curata da Michela Simona Eremita, che si aprirà a Siena, presso le sale del Complesso Museale Santa Maria della Scala, da venerdì 8 luglio a domenica 11 settembre.
In mostra circa trenta opere inedite, con il nobile equino assoluto protagonista, tra sagome e tappeti, decori minuziosi e disegni geometrici. L’esposizione, promossa dal Comune di Siena nelle figure del Sindaco Luigi De Mossi e dell’Assessore alla Cultura Pasquale Colella Albino, sintetizza la personale e costante ricerca dell’artista, dimostrando, senza mai azzardare, un sapiente equilibrio tra tradizione e sperimentazione.
La produzione artistica di Ballarin, tra contrasti cromatici, forme essenziali ed equilibrati movimenti, è intrisa inoltre di “arti” e di storia, dimostrandosi brillante ponte tra Oriente e Occidente, con rimandi stilistici ad altre culture, in primis quelle bizantina e turca. Il risultato diventa quindi “meta-arte”, un’arte che guarda all’arte, con quel cavallo che ne è al contempo sintesi e sorgente. Grazie alle tecniche miste e all’uso dell’acrilico e dello smalto, Ballarin rende insolite le sue decorazioni, imprecise da vicino ma perfette da lontano.
Infine, all’interno della sala sarà proiettato in loop un breve video realizzato, in occasione dell’esposizione, dalla Busacca Produzioni Video.
L’ARTISTA
“La mia interpretazione dei cavalli segue i ritmi bidimensionali della pittura bizantina, decorati con una tecnica originale, contraddistinta da campiture materiche in rilievo, che evocano i mosaici, gli smalti, le decorazioni delle ceramiche, i tappeti. Altri dipinti raccontano il Medio Oriente, con una pittura che diviene una sorta di riflessione silenziosa, con immagini create da piccoli tocchi di pennello, che costellano raffigurazioni quasi astratte. Ho scelto il cavallo come simbolo di unione tra Oriente e Occidente, ispirato ai cavalli di San Marco, opere bizantine divenute emblemi di Venezia”.
IL COMMENTO DELLA CURATRICE
“Un evidente gioco delle forme prende il sopravvento su tutto, sulle sagome stesse che, accampate sul fondo dei quadri, paiono evocazioni di una realtà riconoscibile (il cavallo, il tappeto...) con il compito assegnato di stabilire il punto di risonanza del colore, il quale, vibrante, grazie alla tecnica della stesura e cottura degli smalti, sembra disciplinato all'interno delle linee geometricamente concluse”, spiega la curatrice Michelina Simona Eremita.
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